Un tuffo nel passato nei proverbi popolari per comprendere la meteorologia dei nostri contadini sempre valida ed attuale

Acquerello di Gennaro Orazio

Marzo, terzo mese dell’anno secondo il calendario gregoriano ed il primo della primavera nell’emisfero boreale, conta di 31 giorni e si colloca nella prima metà di un anno civile. Il nome deriva dal dio romano Marte, dio della guerra, poiché era proprio nel mese di marzo che in genere iniziavano le guerre. Un mese pazzerello per la variabilità del tempo meteorologico, per cui i nostri contadini dicevano:

  1. Tre só lli nimici ti l’ómu: Marzu, Abbrili e Mmásciu! Tre sono i nemici dell’uomo: Marzo, Aprile e Maggio! (Per i contadini di una volta questi tre mesi erano i veri nemici, perché non permetteva loro di andare in campagna a lavorare e quindi restavano a casa senza soldi)
  2. L’acqua piu piu…..lassa gghjóviri e ffazz’a Ddiu! L’acqua a goccioline (fina,fina) lascia piovere e faccia Dio! (La pioggerellina di Marzo, quella sottile, lenta, continua, insistente, è un gran dono di Dio perché è penetrante, benefica, salutare per le piante specialmente legumi e grano)
  3. Tre ccósi frécunu l’ómu: lu piu piu, lu fazz’a Ddiu, e tlu ticu iu! Tre cose ingannano l’uomo: la pioggia a goccioline, il “faccia Dio”, e il te lo dico io! Che vuol dire (La spilorceria del poco a poco quando necessita il subito e il tanto, il fatalismo dell’aspettarsi tutto da Dio senza un minimo di contributo personale, l’autoritarismo dell’ipse dixit. Tre cose che sviliscono ed annientano la dignità umana)
  4. L’Annunziata: o ucchjàta o spampanata! L’Annunziata: o in boccio o in piena fioritura! (Il 25 marzo, festa dell’Annunziata, la vite dovrà essere in boccio o in piena fioritura)
  5. Ci lu sóli ti marzu ti vitèa, mmar’a mmamm’ta ca ti chjancéa! Se il sole di marzo ti vedesse, pure tua madre ti piangerebbe! (Il sole di marzo è pericoloso, per cui stai lontano perché ti procura danni)
  6. Marzu gghjuévi gghjuévi; Abbrili gghjuévi e ttégna; una ti Masciu bbóna, cu ngróssa cchjù la crégna! Marzo piove piove; Aprile piove e fa bel tempo; Maggio fai una pioggia abbondante, affinchè si ingrossi di più il covone! (I contadini conoscevano bene l’evoluzione delle colture e quindi si auguravano che a Marzo ci fosse la pioggia lenta che faceva bene alle leguminose, ai cereali, alle viti, ai foraggi; ad Aprile desideravano che la pioggia si alternasse a giornate serene e soleggiate; a Maggio invece si auguravano non troppo piogge ma una ogni tanto ricca ed abbondante, capace di far diventare le spighe turgide e mature, mentre i grappoli della vite grossi e belli)
  7. Quanna Marzu vóli, faci catè l’ógn’a llu vói! Se marzo volesse, potrebbe far cader persino l’unghia al bue! (Un paradosso. E’ impossibile che al bue gli cada l’unghia, come è”quasi” impossibile che a Marzo faccia un freddo intenso).