L’antica processione della Vergine Desolata che chiudeva i Riti Quaresimali in Chiesa Madre, con l’evento conclusivo che vedeva il Priore della Confraternita bussare al portone della chiesa con tre colpi di bordone consecutivi;  il Predicatore, nel silenzio della chiesa, apriva il portone facendo entrare la processione con la Madonna che cercava il Figlio.

La Vergine di una struggente bellezza che esprimeva l’intenso dolore!

Frugando nella memoria, ho ritrovato i volti, gli sguardi bassi, le espressioni delle donne e delle mamme, la compostezza dei confratelli del SS. Nome di Gesù che accompagnavano la Vergine Desolata in processione. Un rituale svolto con discrezione e sobrietà da tutti i confratelli che, con il saio di cotone bianco stretto in vita dal cingolo di lana, cappuccio di cotone bianco, mozzetta rossa con lo stemma JHS, guanti bianchi e bordone rosso, portavano sulle spalle la madre dolorosa in cerca del Figlio. Sui loro cappucci spiccava la corona intrecciata di asparagi spinosi (Asparagus acutifolius) per imitare quella del Redentore composta da rami di “Spina di Cristo” (Paliurus spina-Christi). Si levavano nell’aria le voci gentili delle ragazze miste a quelle robuste dei confratelli che cantavano, commentavano l’eterno dolore della Vergine. Canti che assomigliavano a veri lamenti, a volte incomprensibili nelle parole, ma che esprimevano efficacemente lo straziante dolore di una mamma per la perdita del figlio. Il popolo si stringeva intorno a questa processione, la seguiva per tutto il paese nel lungo giro del Giovedì Santo per i “Sepolcri”. Le strade erano piene di gente, regnava un silenzio devozionale per ciò che doveva accadere il giorno dopo, si sentivano i lunghi lamenti salmodiati dal coro in processione e qualcuno decideva di aspettare la Vergine Desolata vicino alle chiese. A differenza della statua dell’Addolorata che la Confraternita del Purgatorio portava in processione nel Venerdì di Passione e nei Misteri del Venerdì Santo, questa statua della Desolata era utilizzata per chiudere il periodo quaresimale. Era consuetudine che dopo l’ultima predica fatta dal padre quaresimalista in Chiesa Madre, si facesse entrare la statua della Vergine. Il Priore della Confraternita bussava al portone con tre colpi di bordone consecutivi, il Predicatore, nel silenzio della chiesa, apriva il portone facendo entrare la processione con la Madonna che cercava il Figlio. Il rito continuava con canti, salmi, preghiere, e tanti ammiravano quel simulacro, dono di Francesco Sanarica alla Confraternita. Intenso e raffinato il volto di donna della statua realizzata in cartapesta. Vestita di un abito nero e avvolta in un mantello chiuso da un righello dorato, stringe tra le mani un fazzoletto di seta bianca con orli ricamati. Sul petto spicca uno spadino conficcato per metà e sulla testa un aureola a raggiera d’argento. L’espressione della Vergine con lo sguardo volto al cielo è di una struggente bellezza e suscitava grande commozione, soprattutto nelle persone che avevano subito le medesime pene.

NOTA  Negli anni ’60 la processione della Vergine Desolata venne spostata il Venerdì di Passione (quello prima delle Palme) in sostituzione della processione dell’Addolorata a cura della Confraternita del Purgatorio.

Cosimo Luccarelli

Lascia un commento